La Ribollita Mon Amour

La ribollita è un piatto invernale povero e tipico toscano che, insieme alla pappa al pomodoro, è tra i primi piatti più famosi e apprezzati della regione. Secondo le cronache del ‘400 non veniva amata solo dal popolo, sembra infatti che i nobili toscani fossero soliti metterla all’interno di pagnotte di pane azzimo, dal momento che i piatti non erano in uso.
In tempi recenti la delegazione toscana dell’Accademia Italiana della Cucina ha addirittura certificato la ricetta con un atto notarile del 2001.
Mio padre raccontava che le famiglie di contadini toscani, fino ai primi del novecento, usavano fare il pane in casa una volta alla settimana. Il sabato la massaia preparava l'impasto con il lievito madre e la domenica mattina il capoccio si occupava dell’infornata ed era buono per tutta la settimana. Arrivati al venerdì, per rispettare la “vigilia cattolica”, si preparava una minestra vegetale con questo pane ormai indurito, ed al sabato si usava riscaldare questa “minestra di pane” a fiamma bassa o in forno senza farla attaccare; da qui, il nome di “ribollita”.
Per un’ottima riuscita della minestra si mette a lessare dei fagioli cannellini, ed i ¾ di essi vengono passati; nel frattempo si raccolgono nell'orto il cavolo nero toscano (detto "braschetta" oppure "riccio"), le carote ed il sedano. Poi, all'interno di una pentola profonda, si lasciano appassire la cipolla ed il porro in olio extravergine di oliva, dopodichè si aggiungono le verdure ed i fagioli con un po' di brodo; infine, si cuoce il tutto per formare la minestra. Per insaporire si aggiungono il pepe e la pepolina (una specie di timo selvatico).
A piacere si può infine aggiungere alla fine un filo di olio extravergine toscano franto da poche settimane, di quello “buono nuovo” come si dicono le nonne.
Se non avete incontri galanti, per il tripudio dei sensi consumatela insieme ad un cipollotto fresco: un morso ed una cucchiaiata di ribollita, un’esperienza onirica! Se avete il cipollotto fresco, tagliate delle striscioline di cipolla da mettere sulla zuppa.
La ricetta messa agli atti non ha messo tutti d’accordo infatti esiste una variante alla versione certificata, che propone l’utilizzo del grasso animale mettendo la pancetta stesa, oppure cotenne di prosciutto tagliate a striscioline, messe per insaporire la minestra.
La Toscana è la patria del campanilismo e tutti sanno che a noi toscanacci piace scherzare e prenderci in giro bonariamente, per alleggerire le difficoltà della vita. Figuriamoci se ci mettiamo d’accordo su una ricetta!